Simona, una delle prime donne in consolle in Italia.
“Al Tenax ero dj Resident, oggi ho la mia etichetta”

Rappresenta una icona della club culture ed è un’appassionata di fantascienza. Il suo film preferito è “La decima vittima” di Elio Petri, di cui custodisce un suo shooting fotografico ispirato alla pellicola, realizzato proprio in uno dei set originali al quartiere Eur di Roma, sua città natale. Lei è una di quelle persone che non si lascia intimorire dall’ignoto e inizia a raccontare il suo legame con Firenze partendo da un inspiegabile episodio accaduto nel 1954. Il 27 ottobre di quell’anno venne sospesa la partita Fiorentina – Pistoiese a causa dell’apparizione di qualcosa di simile a dischi volanti cui seguì un anomalo fenomeno meteorologico, una pioggia di bambagia, una neve di silicio che ricoprì la città. All’epoca si parlò di allucinazione collettiva

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Non tutto ha una spiegazione, talvolta accadono avvenimenti così impenetrabili che si può solo scegliere se continuare a cercare la ragione più plausibile o lasciare che si accolga il mistero. Simona Faraone rappresenta una icona della club culture ed è un’appassionata di fantascienza. Il suo film preferito è “La decima vittima” di Elio Petri, di cui custodisce un suo shooting fotografico ispirato alla pellicola, realizzato proprio in uno dei set originali al quartiere Eur di Roma, sua città natale. Si percepisce che Simona è una di quelle persone che non si lascia intimorire dall’ignoto e inizia a raccontare il suo legame con Firenze partendo da un inspiegabile episodio accaduto nel 1954. Il 27 ottobre di quell’anno venne sospesa la partita Fiorentina – Pistoiese a causa dell’apparizione di qualcosa di simile a dischi volanti cui seguì un anomalo fenomeno meteorologico, una pioggia di bambagia, una neve di silicio che ricoprì la città. All’epoca si parlò di allucinazione collettiva.

“Sono nata proprio il 27 ottobre, quando ho scoperto questa storia l’ho collegata subito all’attrazione per Firenze che ho sempre avuto, fin da piccola, pur non avendo nessun legame familiare con questa città. Mi vedevo già qui, è questa la cosa strana”. Simona è una delle più importanti professioniste del djing italiano ed è stata tra le prime donne in consolle, anche a livello europeo. Con uno spiccato accento romano sorride dicendo: “E’ vero, sono stata tra le prime donne. La passione per la musica è nata da bambina, in famiglia, mio padre conduceva un programma in una radio libera, mentre mio zio era un grande collezionista di vinili. Penso di essere stata una delle prime dj semplicemente perché allora le ragazze avevano altre ambizioni, non erano interessate.”

Arrivata a Firenze nel ‘94, con già diversi anni di esperienza alle spalle, Simona si è imposta ben presto sulla scena musicale fiorentina, come dj resident del Tenax. “Erano gli anni della cultura della residenza, il dj si identificava con la politica e le scelte musicali del locale. Al Tenax facevo l’apertura ad altri dj, iniziavo con bpm bassi, evolvevo e crescevo di battute fino ad arrivare a cose più spinte, l’inizio serata è sempre più impegnativo.” Ma Simona nel 1993 era già approdata in Toscana e racconta la forza epocale determinata dal movimento definito Sound of Tirreno:

“Avevo iniziato a suonare in alcuni after hours al Bella Bimba di Albinia (GR), e qui ebbi la fortuna di conoscere dj apicali del movimento Sound of Tirreno, una musica progressive contaminata da altre forme di musica elettronica che veniva mixata sapientemente dando vita a un suono in progressione. Posso dire che la Toscana viveva in una dimensione esplosiva, nuova e coinvolgente, capace di raccogliere gente da tutta Italia, mi ha fatto molto piacere trovarmi all’interno. I locali più importanti erano l’Insomnia, l’Imperiale e il Jaiss. Al Tenax si facevano dei pomeriggi di domenica lunghi come nei locali berlinesi, 12 ore no stop di progressive trance. Queste domeniche pomeriggio lunghissime erano diventate la normalità.”

Contaminazione ed esplorazione sono i punti chiave della continua ricerca musicale di Simona che non ama essere riconosciuta in una sola categoria. “Quando suonavo techno suonavo anche acid jazz perché mi piaceva molto. Sono sempre stata molto influenzata dalla musica afroamericana e ho riscoperto alcuni anni fa il jazz cosmico-spirituale, in particolare Sun Ra e Pharoah Sanders, quest’ultimo recentemente scomparso. Il jazz è stata la musica più innovativa del ‘900, così ho iniziato a collezionarne gli album e a fare selezioni musicali di questo tipo, cosa che di solito sorprende chi mi colloca unicamente nell’ambito della musica elettronica. In realtà continuo anche a fare i miei djset di electro-techno, non vedo perché una cosa debba escludere l’altra.”

Il racconto di Simona è proprio come una sonorità in progressione e, da dj esperta quale è, accompagna chi l’ascolta in un flusso di coscienza coerentemente mixato. Nel 2016 la passione per la musica si traduce con il progetto “New Interplanetary Melodies”, la sua etichetta che la rende oggi un’importante ed eclettica producer. “Quando sono arrivata a fondare la mia etichetta qui a Firenze mi sono ispirata a all’immaginario cosmico e visionario di Sun Ra, per questo ho deciso di chiamarla New Interplanetary Melodies, citando il titolo di un suo album. Appassionato dell’Antico Egitto, rivisitato in chiave pop, Sun Ra sentiva l’esigenza di emancipare il popolo afroamericano. Immaginava la sua missione come un angelo arrivato su questo pianeta dal lontano Saturno, per questo ho trovato un punto di contatto con la techno di Detroit: lanciano un messaggio simile, proiettando la ricerca musicale in una dimensione space-futuristica molto avvincente. Considero la mia etichetta fortemente identitaria, e cerco di dare il mio apporto alla scena italiana, con un catalogo in vinile di un certo spessore. Infatti, pubblico solo artisti italiani e sto seguendo un percorso non convenzionale, che si è snodato attraverso varie release e progetti crossmediali. Il logo dell’etichetta è la costellazione dello scorpione, il mio segno zodiacale, all’interno del disco solare, effige iconica nelle rappresentazioni di Sun Ra, che riproduce il sistema solare come una sorta di grande orbita interplanetaria.”

Non solo, ad oggi Pharaoh, è questo il suo nome d’arte, collabora con Radio Amblè a Firenze ed ha uno slot regolare come ospite di Neu Radio, una web radio di Bologna, con un radio show che si chiama Astro Black. Una personalità forte e poliedrica, quando Simona parla di musica e della sua storia apre continuamente parentesi, come il collezionista di vinili che non finisce di ascoltare un brano perché avverte l’urgenza di iniziarne immediatamente un altro, ma alla domanda sul futuro risponde secca e pungente: “Il futuro c’è già stato”.

 

 

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