Gerardo, barbiere da quando aveva 11 anni.
«Io, ultimo vero bottegaio di via Pisana»

Guai a chiamarlo parrucchiere, lui si definisce barbiere. La sua bottega è in via Pisana al 261 rosso. Ha tagliato i capelli a Gigi Proietti e Gino Bramieri. Viene da Avellino e si è innamorato di Firenze negli anni Sessanta”

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“Vengo da Calitri in provincia di Avellino e ho iniziato a fare il barbiere a 11 anni per necessità, eravamo poveri, sono il settimo di quattordici fratelli”. Gerardo fa il barbiere in via Pisana e dopo 60 anni di lavoro sta per andare in pensione, è un uomo di bottega e alla sua bottega è legatissimo: “La mia bottega è la mia vita e se non lo fosse a 70 anni non ci starei, mi piace fare la barba, scherzare, raccontare barzellette. Io la mia vita l’ho vissuta qui e qui ci sono tutti i miei ricordi”.
“La prima volta che sono venuto a Firenze era il ‘68, ci sono capitato per venire a trovare mia sorella, si è sposata con un ragazzo di Certaldo e viveva là, quando sono arrivato mi sono fermato al piazzale Michelangelo con la 600 col motore posteriore, l’ho vista da lontano Firenze e poi sono venuto via: era troppo bella, talmente bella e grande che i miei occhi non riuscivano a contenerla tutta. Poi sono tornato il giorno dopo per vederla da vicino con calma, ho iniziato a girarla, ad andare in tutti i musei, a sentirla mia”.

Dopo questo primo incontro Gerardo si è trasferito alle Bagnese ed ha lavorato tanti anni come barbiere dipendente e nell’87 ha aperto bottega, in via Pisana al 261 rosso. Gerardo ha anche insegnato, alla scuola di barbieri, è diventato Maestro ed è stato per dieci anni fra i primi barbieri d’Italia. Gli piaceva insegnare ed anche essere considerato un maestro. Se uno si sbaglia a chiamarlo parrucchiere lui precisa che i parrucchieri sono quelli che acconciano le parrucche e che lui no, lui è barbiere. Questo per lui non è solo un mestiere, è un’arte, un rito fatto di momenti scanditi dall’alternarsi preciso di forbice e rasoio, ora però il lavoro si complica, non è più come una volta: “Oggi ci sono degli uomini che non sanno neanche stare a sedere, bisogna insegnargli anche quello, un tempo erano abituati, poi del mestiere è rimasto poco, con le macchinette sono tutti tosapecore, fanno solo rasature e poi i ragazzi vogliono il gel, gel ovunque, che sembrano leccati da una mucca e non capiscono neanche com’è il taglio”.

Nella sua bottega ne sono capitate di tutti i colori, perfino gli infarti: due clienti gli sono morti sotto gli occhi mentre gli faceva la barba; ne sono capitate anche di belle, come quei clienti burberi che vengono a farsi la barba controvoglia e che poi diventano grandi amici e poi i bambini, che si affacciano alla sua porta e che stupiti dicono “Mamma che fa quello con quella roba bianca?” Dalla sua bottega sono passati anche personaggi famosi, come Gino Bramieri e Gigi Proietti: “Bramieri dopo che gli avevo fatto barba e capelli mi raccontava tre barzellette che non capivo mai, mi lasciava i biglietti per il teatro Verdi e mi stava in bottega più di un’ora a ragionare e a rimirarsi. Proietti capitò nella mia bottega perché stava girando un film a Firenze e dormiva in una villa a Scandicci, beveva il caffè al bar davanti e gli dissero: “Meglio di Gerardo non c’è nessuno come barbiere”… quando veniva in bottega si rideva sempre, era un gigante, una persona semplice e straordinaria, certe volte gli dicevo delle cose e lui moriva dal ridere, sarà stato il mio modo di parlare”.

Un uomo d’altri tempi Gerardo e spesso in questi tempi nuovi, strani, non si ritrova, sono cambiate tante cose, troppe cose, anche quella parte di via Pisana dove ha la bottega: “Il quartiere francamente mi sembra diventato brutto: prima qui era pieno di altre botteghe, c’erano tre alimentari, due fruttivendoli, un caccia e pesca, ora non c’è quasi più nulla, va bene che sono tutti morti ma la situazione è peggiorata tanto, io ancora tengo banco ma fra un po’ vado via anch’io. Prima c’era anche educazione, rispetto, ma adesso non è più lo stesso; adesso ognuno sta nel suo e se uno sbaglia di una virgola le persone iniziano a vociare, vociano tutti, la gente mi sembra peggiorata in questi anni di pandemia, meno male doveva andare tutto bene, mi sembra che l’umanità sia andata a picco.” Ma Gerardo non è solo barbiere, nella sua vita ne ha fatte tante. Va a caccia per camminare, è capo della squadra di biliardo a boccette di San Quirico, ed è un cercatore di funghi. Come tutti i cercatori di funghi quando gli chiedono dove li ha trovati lui dice che li ha trovati dalla parte opposta. È stato anche un grande sportivo da giovane, era bravo in tutti gli sport, faceva le gare, le vinceva, si annoiava e poi cambiava: ha fatto pugilato, ciclismo e rally. “Prima della pandemia facevo anche teatro, mi piaceva, so usare bene il diaframma con l’appoggio, ma ora mi sono rotto le scatole anche di quello. Ora penso alla pensione e ai miei nipotini.  Qualche volta qualche signora mi dice: “Gerardo vieni su a pigliare un caffè”, ma io gli dico “No, non ci vengo su a pigliare il caffè. Non ho più voglia, voglio riposarmi”.

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