Sara Innocenti, 30 anni, non è una guida turistica, è molto di più. Dopo aver studiato Lingue con indirizzo Storia dell’Arte all’università di Pisa ha deciso di iniziare il corso per prendere l’abilitazione a guida turistica. “L’ho fatto più per cultura personale che altro, non ho mai pensato di fare la guida turistica, mi ci sono ritrovata un po’ per caso. Ho sempre vissuto e studiato a Firenze e crescendo ho sentito il bisogno di colmare quelle lacune che la scuola aveva trascurato. Ho poi deciso di usare i social per divulgare quella conoscenza del mio territorio di cui avevo sempre sentito la mancanza”. A catturare la sua attenzione non è però solo l’arte rinascimentale ma anche e soprattutto le donne del passato che, quasi inosservate, hanno operato piccole-grandi rivoluzioni.
“Non mi bastava fare il giro con i turisti americani e raccontare sempre i soliti tre aneddoti. Mi sembrava tutto molto, troppo limitato, volevo fare qualcosa di più e da lì è nata l’idea di raccontare le donne e cercare di attualizzare un po’ questa divulgazione della cultura. Volevo dare risalto alle figure femminili del passato. Oggi viene valorizzato il ruolo della donna prendendo come esempio per lo più l’epoca moderna senza ricordarci che tutto questo è possibile perché grandi donne in passato hanno fatto qualcosa nel loro piccolo. Sentiamo spesso parlare di Lorenzo il Magnifico, di Michelangelo o Leonardo Da Vinci, di Dante Alighieri. E le donne invece? Conoscete l’Elettrice Palatina? E Plautilla Nelli? E Beatrice? E Caterina de Medici?”
Sara, in piena pandemia, ha deciso di diffondere il suo messaggio rendendolo indossabile. Nasce quindi ad ottobre 2020 con il nome “Ali di Venere” una linea di t-shirt, felpe e gioielli che si pone come obiettivo la propagazione della cultura attraverso l’immagine delle donne del passato e dei messaggi che ci hanno lasciato. Sara diffonde le sue idee attraverso i social nella sua seguitissima pagina Instagram “Inflorencer”. Tra le paladine del passato presenti sulle sue t-shirt un posto speciale è riservato all’Elettrice Palatina, Anna Maria Luisa de’ Medici. “E’ quella in cui mi rivedo maggiormente perché è stata una donna messa ai margini della società, considerata non abbastanza donna perché non in grado di avere figli. Fu umiliata perché non riuscì a dare continuità alla dinastia medicea. Ma Anna Maria Luisa lasciò ugualmente il segno stipulando uno dei patti più famosi: il “Patto di famiglia”, un documento con il quale legava l’eredità dei Medici a Firenze e a tutti i fiorentini. Nel 1700 è riuscita grazie al suo genio a lanciare un messaggio ancora attuale a mio avviso, una donna può lasciare un’impronta e un segno nel mondo anche senza lasciare un erede.”
Ma perché si chiama “Ali di Venere”? A spiegarlo è Sara: “Venere era una dea, la dea della bellezza. Ma prima ancora di essere una dea era una donna. Proprio come tutte noi. E come ogni donna anche lei aveva i suoi difetti, 7 famosissimi difetti: lo strabismo; il dito medio della mano più lungo rispetto al palmo; le rughe sul collo che formavano una sorta di collana; il cosiddetto piede alla greca; linee addominali oblique molto evidenti che di solito si vedono negli uomini all’attaccatura degli slip; due fossette sulla schiena; il colore dei capelli era diverso tra le punte e la cute, quello che oggi chiameremmo shatush. Questi difetti sono conosciuti anche con il nome di Ali, le Ali di Venere, perchè quelli della Dea sono diventati particolari indelebili e caratterizzanti che l’hanno resa celebre e unica. Ecco che i difetti di ognuna di noi possono e devono essere le nostre ali, dei tratti distintivi che ci rendano speciali. Perchè la bellezza non è omologazione, la bellezza è diversità”.