«Mollo tutto, mi trasferisco a Tenerife
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La vita è troppo breve per viverla di rimpianti»

Luca Ruggieri, 47 anni, durante il lockdown si è guardato dentro e ha pensato: «Ho sempre sognato di vivere in un’isola dove è caldo tutto l’anno. E mi sono detto che sì, quel sogno poteva diventare realtà. Perché volere è potere. E così ho detto basta, non lascerò più sfuggire gli anni migliori della mia vita». A luglio si trasferirà alle Canarie


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«Mollo tutto, mi trasferisco a Tenerife. Per anni ci ho pensato ma per anni non ho mai trovato il coraggio. Durante il lockdown sono rimasto chiuso in casa a chiedermi se quella che stavo vivendo era davvero la vita che sognavo. E mi sono risposto che no, non era quella la vita che sognavo. A tratti ero infelice. E ho pensato che di vita ne abbiamo una sola. Ho pensato che la vita è troppo breve per viverla di rimpianti. Ho sempre sognato di vivere su un’isola dove è caldo tutto l’anno. E mi sono detto che sì, quel sogno poteva diventare realtà. Perché volere è potere. Niente è impossibile. E così ho detto basta, non lascerò più sfuggire gli anni migliori della mia vita, a luglio mi trasferirò alle Canarie. Ho comprato una casa in collina dove la vista sul mare è bellissima».

Luca Ruggieri, 47 anni, lascia Firenze, lascia San Frediano, lascia la sua bottega di calzolaio. Partirà (per sempre) con la moglie e la madre 76enne. «Abbiamo già venduto la nostra casa e da un anno e mezzo stiamo dietro all’organizzazione per il trasferimento. Apriremo un maneggio che rappresenta una novità per quell’isola. Siamo amanti dei cavalli e credo che possiamo farcela».

Luca è arrivato in San Frediano nel 2016: «Ho conosciuto questo lavoro tramite un mio vecchio cliente quando ero edicolante, sempre a Firenze in zona Osmannoro. Lui faceva il calzolaio e mi ha fatto un corso di formazione di 6 mesi. La mattina alle 4 aprivo l’edicola, poi lasciavo nel pomeriggio la gestione a mia madre e andavo a imparare il mestiere di calzolaio fino alle 20. Mi ci buttai per gioco, poi divenne una passione. E’ un lavoro che varia ogni giorno, soprattutto con l’arrivo dei modelli cinesi, in plastica, quando la riparazione diventa un po’ più complessa perché i materiali non sono quelli di prima. Ciascuno di noi tiene nell’armadio almeno un paio di scarpe ‘buone’ ed è per questo che il mio lavoro di riparazione continuerà ad essere prezioso. C’è poi chi chiede di cambiare il colore, di rinnovare la propria scarpa a cui si è affezionato».

Adesso nella sua bottega arriverà un ragazzo giovane.«Ho passato gli ultimi mesi a insegnargli la mia arte. Vado via ma sono contento di trasferire la mia esperienza. Inevitabile essere un po’ dispiaciuto. Mi mancherà una parte di famiglia che lascerò qui, gli amici, il cibo. Cercherò di portare un po’ della mia esperienza e il mio sapere anche a Tenerife, l’arte fiorentina è molto apprezzata e perché no, magari aprirò lì una nuova bottega».

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