Il giorno in banca, la sera in pista da ballo.
Antonio, una vita nello Swing: «Danzare è felicità»

Antonio del Villano, originario di un piccolo paese abruzzese, lavora in banca a Firenze dove arrivò per studiare all’università e invece scoprì quella che diventerà più che una passione: il ballo, la musica e la cultura swing

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“Non ho fatto altro nel mio tempo libero negli ultimi 11 anni. O meglio, ho viaggiato nel tempo e nel mondo, ho letto, ho scoperto, ho condiviso, ho amato ma sempre accompagnato dallo Swing”. È con questa frase definitiva che si può sintetizzare l’esperienza di Antonio del Villano, originario di un piccolo paese abruzzese che adesso lavora in banca a Firenze dove arrivò per studiare all’università e invece scoprì quella che diventerà più che una passione: il ballo, la musica e la cultura swing.
Una passione che è diventata feconda proprio come era nei suoi auspici: “Desideravo che non fosse la tecnica a dominare il ballo e il vincere una gara l’unico obiettivo, ma trasmettere quel tutt’altro che mi ha pervaso la vita”. Ed è così che nasce nel 2010 il progetto Tuballoswing, un’associazione culturale e scuola di ballo “in cui vivere la danza come un mezzo per favorire l’incontro e l’aggregazione, qualcosa di aperto e accessibile a tutti, fin dal nome che sta per TUtti BALLanO SWING!”. Oggi è tra le più numerose e conosciute scuole di danze Swing in Italia e negli anni pre-pandemia raggiunse in un anno 600 iscritti ai propri corsi di ballo. Tra Firenze e dintorni sono ormai  migliaia i ‘ballerini’ di Boogie woogie, Lindy hop, Charleston, tip tap, jazz. A Firenze d’altra parte venivano da ogni parte d’Italia ad allenarsi qui e ad imparare dai famosi campioni che negli anni ’80 avevano vinto numerose gare a livello internazionale.

“Dopo gli studi arriva l’assunzione in banca e grazie ad una ragazza nel 2002 ho iniziato un corso di Boogie Woogie e me ne sono subito innamorato. Poi con alcuni amici con i quali passavo il tempo alla libreria “La Citè” in Oltrarno decidemmo di organizzare dei mercoledì sera con guide all’ascolto di musica Swing, legati a passi di ballo per far conoscere questo genere. Ben presto il locale pieno e le lunghe file di persone che si generavano sulla strada fuori dalla libreria, mi fecero intuire che la mia passione potesse diventare una missione. Poteva contribuire a migliorare la vita di molte persone come successo a me. E fu così che partì tutto”.
Le persone continuavano a aumentare tanto che portarono Antonio a cercare posti sempre più grandi per contenere i corsi di ballo e le attività culturali. “Decisi di aprire uno spazio che fosse una ‘casa’ per tutti e nel 2018 aprimmo il “Renny”, abbreviazione di “Renaissance”: il movimento artistico-culturale afroamericano sorto verso l’inizio degli anni venti del ‘900 negli Stati Uniti. C’era un luogo ad Harlem, a New York, che prendeva il nome dal movimento e veniva chiamato Renny, che non si limitava ad essere una sala da ballo. “Era un luogo di integrazione che ospitava molteplici attività con accesso sia per i bianchi che per i neri. Fu la prima sala da ballo d’America in cui bianchi e neri ballarono insieme: lo swing e le sonorità nuove di questa musica nata tra i campi di cotone dagli schiavi neri con le loro contaminazioni diedero vita a balli così coinvolgenti che i bianchi vincevano le ghettizzazioni per intrufolarsi al Renny e poterli ballare”

“Ispirandomi alle origini di quella New York degli anni ‘20 – spiega Antonio – volevo creare un centro polifunzionale, con un salotto vintage, un bar futurista, una sala concerti e spazi in cui svolgere le più variegate attività. Un luogo in cui vivere lo Swing nella dimensione sociale che più ricercavo, in una zona semi-periferica di Firenze con l’intenzione di fare cultura e vivere la città anche fuori dal Centro. Quel mercoledì, a distanza di 11 anni, è rimasto l’appuntamento settimanale fisso della comunità swing fiorentina, lontano dai Sabati che quasi ti impongono un modello di divertimento. “Non c’è nulla di meglio della leggerezza e profondità che ci regala lo Swing, la cosa più bella è vedere persone che con il ballo cambiano e riesco a vederle affermate e felici. Non sono uno showman, sono una persona riservata che spesso si mette poco in mostra, in apparenza un asociale, un orso (ma buono). Penso che la bellezza che si può trasmettere devi trovarla prima dentro di te, dentro l’intimità con la tua partner della quale ti innamori follemente per quei tre minuti della durata del brano. E credo che a volte competizioni ed esibizioni in questo ballo siano quasi limitanti”

Ballare Swing è Libertà. “Questo grande senso di libertà e socialità mi riempie e mi fa andare avanti, insieme ad amici e alla mia compagna di vita che con me condividono questa avventura, impegnando tutto di me: dagli affetti, al denaro, al tempo. Potrei dire che oggi sono “solo” questo, che non ho una vita, o meglio all’uscita della mia giornata in ufficio, la mia vita è scandita dall’alternarsi di ore di lezioni, organizzazione e gestione di corsi ed eventi, di impegni e responsabilità. Avrei potuto creare un grande business da questa passione diventata una vera attività, ma continuo ad investire perché della soddisfazione e delle nuove relazioni ho fatto il mio obiettivo e il vero arricchimento della mia vita”

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