Pietro, il fattorino che consegna in bici (senza inquinare).
“Così ci riappropriamo della città, vivendo la strada”

Dopo aver lavorato per tanti anni in un’officina di biciclette a Firenze, Pietro si mette a cercare nuove opportunità di lavoro legate al ciclismo e scopre Cyclologica: “Era esattamente quello che cercavo, sono sempre stato un appassionato di ciclismo urbano, della bici come mezzo per vivere la città quotidianamente, e speravo di legare questo valore ad un lavoro"

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Dopo aver lavorato per tanti anni in un’officina di biciclette a Firenze, Pietro si mette a cercare nuove opportunità di lavoro legate al ciclismo e scopre Cyclologica: “Era esattamente quello che cercavo, sono sempre stato un appassionato di ciclismo urbano, della bici come mezzo per vivere la città quotidianamente, e speravo di legare questo valore ad un lavoro. A fine 2019 mi sono imbattuto in Carmine, e lui mi ha presentato la realtà di Cyclologica, una startup che offriva servizi di logistica e distribuzione in modo sostenibile”.
Cyclologica era una realtà ancora agli inizi, con poche pretese: “Fino al 2016 c’era solo l’Asd Brisken, un centro di educazione alla cultura della bicicletta rivolto principalmente ai giovani con centri estivi, corsi e ciclotour, per favorire la crescita di una generazione car-free, nell’approccio mentale e nelle abitudini. Poi è nata anche Cyclologica, dall’idea di Carmine di unire la visione della bicicletta come mezzo di rinnovamento culturale e sociale, ad un servizio di distribuzione per rendere la città più leggera e meno inquinata”.

Il periodo del lockdown si è rivelato fondamentale: “Mentre purtroppo la maggior parte delle persone era ferma in casa senza possibilità di lavoro, noi eravamo tra i pochi fortunati a poter continuare, la città aveva bisogno del trasporto di beni, e la bicicletta era il mezzo ideale. Molte realtà locali si sono affidate a noi per fare consegne ecologiche a casa e hanno capito quanto fosse valida la nostra alternativa ai grossi furgoni. Distribuiamo tutto tranne cibo, non siamo rider ma ciclo-corrieri. Tecnicamente la nostra logistica si chiama ultimo miglio, distribuzione di pacchi. Spese a domicilio, farmacie, fiorai, biancherie. Supportiamo l’economia locale con le nostre cargobici”.
Lo spirito di Pietro e tutta Cyclologica è cooperativo e ottimista: “Speriamo che qualcuno vedendoci possa prendere esempio e affidarsi a noi o creare altre realtà come la nostra. Magari non a tutti interessa il tema ambientale, però tante realtà commerciali si rendono conto della convenienza, ci sono tempistiche diverse, e più gestibili; infatti negli ultimi anni siamo cresciuti moltissimo. Per quanto riguarda il tema delle piste ciclabili, Firenze può ancora migliorare, ma a noi non piace lamentarci, il vantaggio che traiamo dalla bici è comunque mille volte superiore rispetto al traffico. E siamo contenti, perché piano piano si sta diffondendo l’utilizzo delle cargobici, babbi e mamme che iniziano a usarle per la spesa e per portare i bambini a scuola: una volta che lo provi ne capisci la potenzialità”.

Trecento consegne al giorno, 260 chilometri al giorno, 1664 kg di anidride carbonica in meno al mese. Tra i clienti ci sono piccole imprese, librerie, fiorai, negozi di informatica, ma anche alimentari e supermercati Conad, con i quali sono stati stipulati accordi per portare la spesa a casa dei clienti. La cargo bici ha pedalata assistita ed ha il cassone davanti. Il cuore del progetto risiede in una visione bici-centrica della città, la stessa che nel nord Europa è già normalità: “Firenze è talmente piccina e piatta che i tempi di percorrenza sono minimi, da un capo all’altro si parla di 35 minuti facendola tutta. Sono i volumi di macchine e motorini ad intasare la città, anche sostituendole tutte con l’elettrico diminuirebbero le emissioni, certamente, ma rimarrebbe il problema del traffico, che causa grande stress alle persone e all’ambiente. La bici permette una esperienza equilibrata, sostenibile e a misura umana, ci riappropriamo degli spazi cittadini, sviluppiamo rapporti umani vivendo la strada, i suoi negozi e i suoi pedoni, senza essere bloccati in un mezzo”.

 

 

 

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