Laura, folgorata dalla vacanza a Tavarnelle.
“Così Firenze è diventata la mia casa”

Dal primo viaggio in Toscana al trasferimento definitivo. La storia di Laura, americana che nel 2018 ha scelto Firenze con la sua famiglia.

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Era il 2008 quando Laura, suo marito e la figlia passarono due settimane tra Tavarnelle e Firenze. Una vacanza nata quasi per caso, grazie all’invito di alcuni amici e al desiderio di stare insieme. Nessuno immaginava che quel viaggio avrebbe cambiato per sempre le loro vite. «Non so spiegare perché, ma abbiamo sentito qualcosa dentro. In quel momento abbiamo capito che qui c’era davvero qualcosa di speciale».

Il legame con Firenze non si è spento al ritorno negli Stati Uniti. Negli anni successivi la famiglia ha continuato a rientrare, trasformando il desiderio in un progetto concreto. Nel 2013 hanno fatto una prova di due mesi, l’anno successivo di tre. Ogni volta era più difficile tornare a casa: «Ogni giorno passato qui rendeva più dura l’idea di tornare indietro».

La decisione definitiva è arrivata nel 2018. La figlia, dopo il liceo, parte per l’università in Inghilterra, mentre Laura e il marito decidono che Firenze sarà la loro nuova casa. Con loro il cane, alcune valigie e tanta voglia di ricominciare. Il marito apre una scuola di karate in centro: «Lui e nostra figlia sono cintura nera, così si sono inseriti subito, hanno trovato amici e una comunità accogliente». Laura invece continua a lavorare come consulente online: «Abbiamo scelto l’indipendenza, era il momento giusto per cambiare vita».

La quotidianità fiorentina ha un ritmo diverso da quello di una cittadina americana. «Non abbiamo una macchina. Ci muoviamo a piedi, in bus o con la tramvia. È una libertà enorme, soprattutto se arrivi dall’Idaho, dove senza auto non puoi fare nulla». Poi ci sono i rapporti quotidiani: il macellaio che ti mostra le foto delle vacanze, il fruttivendolo che ti chiama per nome, i commercianti che diventano amici di famiglia. «Negli Stati Uniti non succede. Lì si corre sempre, qui c’è tempo per parlare».

Non tutto è semplice. Gli affitti e il costo della vita restano un problema. «Non solo a Firenze, ovviamente, ma qui si sente. Al tempo stesso la qualità della vita, i piccoli negozi, il senso di comunità che abbiamo trovato… per noi non ha prezzo».

Persino la pandemia, pur drammatica, ha portato qualcosa di inatteso: la figlia, iscritta a un’università in Inghilterra, è tornata a casa per un anno grazie alla didattica online. «È stato un periodo terribile per tutti, ma per noi anche un regalo. Ci siamo ritrovati insieme come quando era bambina».

E sui fiorentini, Laura sorride: «Hanno fama di essere scontrosi e chiusi, ma la nostra esperienza è diversa. Forse all’inizio un po’ di distanza c’è stata, ma piano piano, frequentando sempre gli stessi posti, sono diventati amici. Per noi questa città è speciale, non solo per i monumenti o per la bellezza che tutti conoscono, ma per la vita quotidiana».

Tra i ricordi più cari ci sono i primi appartamenti presi in affitto: in via dei Neri, sopra un bar gestito da una coppia che è diventata come dei nonni per la figlia, e poi in piazza San Marco, con la routine delle passeggiate e della gelateria di quartiere. «Era un piccolo mondo, fatto di persone che ci hanno fatto sentire a casa».

Oggi Laura e la sua famiglia non hanno un piano per andare via.

All’inizio dicevamo: restiamo un anno. In realtà nel cuore sapevamo già che sarebbe stato molto di più. Forse non resteremo qui per sempre, la vita cambia, ma in questo momento siamo felici così

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