“Se tu segui la tua stella, non puoi fallire”.
Simone, che porta la Divina Commedia su Tik Tok

Imprenditore digitale e formatore, Terreni ha portato Dante fuori dalle aule scolastiche e lo ha restituito alla città. Con Inside Factory e il Festival Dantesco Fiorentino la Commedia parla ai giovani e diventa esperienza condivisa.

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A Firenze mancava un appuntamento vero con Dante. Simone Terreni, classe 1972, ingegnere informatico, imprenditore nel settore digitale e fondatore di Inside Factory, ha deciso di colmare quel vuoto. Uno che di mestiere si occupa di formazione e innovazione, ma che ha scelto di mettere le proprie energie anche al servizio della Divina Commedia.

«Dante è il nostro concittadino più illustre. Eppure le sue ossa sono a Ravenna, e a Firenze non esisteva un’iniziativa che lo celebrasse in modo adeguato. Per questo abbiamo creato il Festival Dantesco: per riportarlo a casa», racconta.

Il festival, nato nel 2023 con la prima edizione intitolata Godi Fiorenza, è oggi alla sua terza stagione. La direzione artistica è condivisa con Riccardo Starnotti, guida e divulgatore dantesco. «La novità principale di quest’anno è che non si svolgerà in un solo fine settimana, ma su due. L’idea è trasformarlo in un festival itinerante per la città, così da coinvolgere di più i fiorentini».

Il tema del 2025 è Se tu segui tua stella, un verso che Brunetto Latini rivolge a Dante nell’Inferno. «Brunetto fu per Dante come un professore di liceo. Gli disse “se segui la tua stella, non potrai fallire”. Ci è sembrato il tema giusto per dialogare con i giovani».

La scelta non è casuale. «Dante è divisivo: o lo ami o lo odi. Dipende molto da come lo incontri a scuola. Se hai un professore in gamba te ne innamori, se no lo vivi come un’imposizione. Con il festival vogliamo superare questa barriera: non solo conferenze accademiche, ma ospiti che i ragazzi sentono vicini, dagli influencer che raccontano Dante sui social agli autori di libri pensati per loro».

Terreni parla anche per esperienza personale. Da anni porta la Commedia su TikTok, dove migliaia di studenti lo seguono. «Dante scelse il volgare per farsi capire dal popolo, non il latino dei dotti. Perché non fare lo stesso oggi? Se viene spiegato bene, con il linguaggio giusto, Dante arriva fortissimo».

Il suo sguardo resta concreto e insieme appassionato. «Vivace, potente e poetico. Sono queste le tre parole che descrivono il festival. Vivace perché non è chiuso in un’aula ma diffuso per la città. Potente perché porta avanti la tradizione con un linguaggio nuovo. Poetico, perché la poesia non è solo materia scolastica, ma passione e amore».

Gli ospiti confermano l’approccio: Fabio Volo, che considera la Commedia il libro più importante della sua vita; Piergiorgio Odifreddi, pronto a leggere Dante con lo sguardo matematico; e Franco Nembrini, tra i dantisti più conosciuti in Italia, che ha spiegato la Commedia in TV, scritto libri di divulgazione e curato una fortunata edizione del poema. «Non il Dante solo teologico, ma quello universale» sottolinea Terreni.

Il legame con il territorio si è rafforzato anche con il Cammino di Dante Senese, inaugurato a fine agosto. «Vorrei precisare: non è un trekking, è un cammino. Il trekking si fa in giornata, il cammino è un viaggio. È stata un’esperienza sorprendente: la fatica fisica, la scoperta culturale dei borghi citati da Dante, la convivialità. Riccardo Starnotti dice sempre: “Dopo la fase mistica, la fase mastica”. Abbiamo cenato insieme e poi letto i versi nei luoghi reali della Commedia: Monteriggioni, Colle Val d’Elsa con Sapia, Siena con Pia de’ Tolomei».

La partecipazione ha superato le aspettative: una ventina di persone hanno preso parte al percorso, molti altri avrebbero voluto esserci. «È stato un modo bellissimo per avvicinare le persone a Dante con il corpo e con lo spirito. Ci siamo accorti che la Commedia non è solo letteratura, ma esperienza».

Terreni non è nuovo a gesti che spiazzano. Nel 2022 la sua decisione di assumere una ragazza che gli aveva appena detto di essere incinta fece il giro dei giornali e dei social. «Tutto qui? E che problema c’è? È una bellissima notizia» fu la sua risposta. Una scelta che avrebbe dovuto essere normale, ma che divenne virale perché in controtendenza rispetto a tante logiche aziendali. «Un imprenditore non deve temere una gravidanza, deve essere felice se con la sua azienda aiuta una madre o un padre a dare la vita a un bambino», spiegò allora.

Quella stessa schiettezza ritorna oggi nella costruzione del Festival Dantesco Fiorentino: concretezza imprenditoriale, attenzione alle persone e la convinzione che cultura e quotidianità non debbano restare mondi separati. «Se tu segui la tua stella, non puoi fallire» ripete. Un verso del Trecento che diventa, a Firenze, una promessa per il presente.

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